giovedì 8 ottobre 2015

I.T.I.S.

Quando trovai, per puro caso alcuni anni fa ed ovviamente guidato dal cognome, il primo libro di Cristiano Cavina "Alla grande" in uno scaffale di una libreria romana, fu la scoperta di un bel modo di scrivere, di un mondo narrato bene, seppur un mondo a me lontano, ossia quello della vita di provincia.
Eppure, complice forse la coetaneità con l'autore, ho sempre ritrovato in tutti i suoi libri elementi comuni con i miei pensieri e le mie esperienze.
Li ho amati tutti, i suoi libri.
Meno quest'ultimo - in realtà penultimo perché nel frattempo ne è uscito un altro che ancora mi manca.
Inutile Tentare Imprigionare Sogni (che altro non è se non la sigla I.T.I.S. per chi non l'avesse capito), l'ho trovato lento, loffio, ripetitivo, privo della freschezza dei precedenti e senza un grande ritmo.
Neppure i tanti personaggi, che di solito popolano i racconti di Cavina, questa volta spiccano il volo.
Ci sono si, alcune figure che rimangono più di altre, o scene che fanno intravvedere la bravura che c'era negli altri libri, ma si perdono al confronto con la storia che scorre noiosa, con il ripetersi stanco di episodi raccontati e ripresi più e più volte.
Ho faticato a finirlo ed anzi, l'ho ripreso diverse volte con l'impegno di portarlo a termine, ma non vedevo il momento di chiuderlo.
Spero che il prossimo e per ora ultimo libro di Cristiano Cavina sia migliore di questo.

Nessun commento: